Nel post dedicato alle località più belle in provincia di Fermo, nelle Marche, vi avevamo suggerito di visitare Servigliano, da qualche tempo incluso tra i 'Borghi più belli d'Italia'. A poca distanza dal centro storico di Servigliano merita senz'altro una visita la Casa della Memoria dedicata ad una delle pagine più drammatiche della storia del nostro Paese. Guidati dal gentilissimo Giordano Viozzi, presidente dell'Associazione La Casa della Memoria, abbiamo avuto modo di visitare ciò che resta del campo di prigionia di Servigliano.


CASA DELLA MEMORIA SERVIGLIANO


LA STORIA DEL CAMPO DI PRIGIONIA DI SERVIGLIANO



FOTO ORIGINALE CAMPO PRIGIONIA SERVIGLIANO
Foto originale del campo

  • Prima Guerra Mondiale (1915-1918)


Agli inizi del primo conflitto mondiale si decise di costruire a Servigliano un campo di prigionia che potesse contenere fino a 4000 persone. Perchè proprio a Servigliano? In primo luogo perchè proprio da qui passava la ferrovia che da Porto San Giorgio (e quindi dal mare) arrivava fino alle porte dei Monti Sibillini perciò spostare merci e persone a livello logistico era più semplice. In secondo luogo, l'area dove si decise di costruire era perfettamente pianeggiante e quindi adatta alla progettazione di un campo così esteso. Il fatto, poi, che le campagne circostanti fossero abitate prevalentemente da contadini faceva pensare che forse nessuno si sarebbe interessato più di tanto a ciò che accadeva all'interno del campo.

Vennero costruite 32 baracche ognuna delle quali poteva contenere fino a 125 persone.  Le baracche vennero per lo più costruite in legno e questo le rese deteriorabili col passare del tempo. Subito dopo l'inizio della guerra cominciarono ad arrivare i primi prigionieri di nazionalità prevalentemente austro-ungarica e turca. Questa prima fase del campo terminò alla fine della Prima Guerra Mondiale quando il campo venne sgomberato e i prigionieri rimpatriati.

  • Seconda guerra mondiale e internamento ebrei (1938-1945)


Tra la prima e la seconda guerra mondiale il campo di Servigliano venne dimezzato. Venne costruito un muro proprio a metà del campo che ora poteva ospitare circa 2000 persone. Qualche mese dopo l'inizio del secondo conflitto mondiale iniziarono ad arrivare i primi prigionieri di guerra di varie nazionalità: greci, maltesi, ciprioti, inglesi, americani, francesi, slavi. 

Poco dopo l'armistizio, i prigionieri riuscirono ad aprire una breccia nel muro verso le montagne e circa 2000 di loro riuscirono a fuggire. Dato che mura dotate di filo spinato circondavano tutto il campo perchè si scelse di praticare un'apertura proprio in questo punto? In primo luogo, perchè questa porzione di muro era parzialmente nascosta dall'edificio adibito a cucina e quindi era più facile per i prigionieri scavare senza farsi notare. In secondo luogo, alle spalle del muro si aprivano le montagne e quindi sarebbe stato più facile, durante la fuga, nascondersi tra i boschi dei Sibillini. Molti fuggitivi, infatti,  trovarono rifugio presso le famiglie della zona che rischiarono la vita per nasconderli. Ancora oggi le persone più anziane ricordano con precisione quei momenti in cui la comunità locale si strinse per aiutare i giovani scappati dal campo di prigionia.


BRECCIA FUGA CAMPO DI PRIGIONIA SERVIGLIANO
Breccia usata per la fuga


Purtroppo il 7 ottobre 1943 i tedeschi ripresero possesso del campo decidendo di utlilizzarlo per uno scopo ancora più abietto: l'internamento degli ebrei. Almeno 61 ebrei vennero rinchiusi nel campo di Servigliano come ci ricorda una targa posta all'ingresso dell'odierno Parco della Pace. Grazie all'Operazione Servigliano, coadiuvata dall'Areonautica Alleata e dai partigiani, in seguito ad alcuni bombardamenti 30 ebrei riuscirono a fuggire, ma purtroppo 31 di loro non ci riuscirono. I tedeschi organizzarono il trasferimento degli ebrei rimasti da Servigliano a Fossoli e poi da lì ad Auschwitz e purtroppo solo tre di loro sopravvissero.


TARGA COMMEMORATIVA CAMPO PRIGIONIA SERVIGLIANO


Con l'arrivo degli Alleati e la fuga dei tedeschi nella primavera del '44 il campo venne chiuso e la struttura affidata a poche guardie.

  • Guerra fredda (1945-1955)


Il campo di Servigliano dal '45 in poi diventò un centro raccolta profughi. Nel corso di una decina di anni si pensa che circa 30000 profughi, provenienti dalle ex colonie italiane e dalla penisola istriana, siano passati dal campo di Servigliano, chi per pochi giorni chi addirittura per anni. All'inizio, cosa abbastanza comprensibile, i profughi non vennero accolti bene dalla comunità locale, ma, col tempo, iniziarono ad integrarsi meglio.


DOCUMENTAZIONE CAMPO PROFUGHI SERVIGLIANO


Nel 1955 il campo di Servigliano venne chiuso perchè ormai anche l'ultimo profugo aveva trovato una sistemazione. 


IL CAMPO DI PRIGIONIA DI SERVIGLIANO OGGI



Dopo anni di abbandono negli anni '70 si decise di smantellare completamente il campo non pensando al valore storico e commemorativo che avrebbe potuto avere solo pochi anni più tardi. Solo negli anni '90 si iniziarono le ricerche per recuperare i ricordi di chi era stato internato e per capire il ruolo che ebbe questo campo nella storia locale e nazionale.

Oggi il campo di prigionia vero e proprio non esiste più perchè trasformato in un centro polisportivo all'interno delle mura di cinta (Parco della Pace). Sono ancora visibili alcune baracche originali esterne al campo adibite oggi a civili abitazioni e alcuni ruderi che presto verranno restaurati.


CAMPO PRIGIONIA SERVIGLIANO BARACCA ORIGINALE
Baracca originale esterna al campo


Sopra le porzioni di cinta muraria rimaste si possono notare il filo spinato e i cocci di vetro che dovevano scoraggiare qualsiasi tentativo di fuga. È inoltre ancora visibile la breccia che venne praticata dai prigionieri per l'evasione nel '43.


CAMPO PRIGIONIA SERVIGLIANO FILO SPINATO
Resti di filo spinato

CAMPO PRIGIONIA SERVIGLIANO MURO ORIGINALE
Porzione di muro originale esterno

CAMPO PRIGIONIA SERVIGLIANO COCCI VETRO MURO
Cocci di vetro per impedire la fuga ai prigionieri


A poca distanza dal muro di cinta, all'interno dell'ex stazione ferroviaria di Servigliano, una mostra permanente racconta la storia del campo attraverso fotografie, documenti ed oggetti originali.


VISITARE IL CAMPO DI PRIGIONIA DI SERVIGLIANO: INFORMAZIONI PRATICHE



Il campo di Servigliano è visitabile tutto l'anno. L'associazione La Casa della Memoria offre la possibilità di partecipare a visite guidate previa prenotazione telefonando al numero 0734/750584 (Comune) o 3804759708 o inviando una mail a casadellamemoriaservigliano@gmail.com

Nel corso dell'anno vengono organizzati dibattiti e incontri per approfondire e ricordare ciò che avvenne all'interno del campo. Eventi seguitissimi sono quelli legati ogni anno al Giorno della Memoria e, nel mese di maggio, ai Freedom Trails: percorsi a piedi lungo i sentieri che portarono alla salvezza i soldati anglo-americani fuggiti, dopo l'8 settembre 1943, dai campi di prigionia italiani. Vi consigliamo di seguire la pagina Facebook dell'Associazione per ricevere tutti gli aggiornamenti sugli eventi organizzati durante l'anno.

Speriamo che presto anche voi possiate venire a visitare Servigliano per visitare, oltre al suo bellissimo centro storico, la Casa della Memoria e l'ex campo di prigionia.




Come sapete abbiamo scritto diversi articoli legati al tema della persecuzione nazista: ve ne indichiamo alcuni qui di seguito nel caso vogliate approfondire l'argomento:














14 commenti:

  1. Certo che ne ha viste di vite sperdute ed impaurite questo posto. Io sono appassionata del periodo nazifascista, avevo letto già qualcosa riguardo questo piccolo campo di internamento. In Italia se non erro ce ne sono altri due. Ma nonostante abbia studiato molto quel periodo e approfondito alcuni temi in maniera particolare, quando leggo di campi di tortura e sterminio ho sempre i brividi.

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    1. Anche a me interessa molto quel periodo perché è importante non dimenticare. Se non sbaglio in Italia ci sono Fossoli e la Risiera di San Sabba. Ne conosci altri?

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  2. Onestamente ero all'oscuro della esistenza di questo monumento storico; ma visto che è un argomento che mi interessa molto, penso che vorrò visitarlo prima possibile!

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    1. Bene, mi raccomando, contattali prima per prenotare la visita. Buona visita!

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  3. Non conoscevo questo sito, ne ho visitati diversi simili in giro per l'Italia e l'Europa. Quello che mi ha più colpito è stato il memoriale a Praga. Sono posti che insegnano davvero tanto, ti fanno capire cosa può provocare la follia umana.

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    1. Sono stata a Praga ma purtroppo non l'ho visitato. Comunque è davvero incredibile cosa possa fare l'uomo... 😱

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  4. Pur essendo marchigiano non ero a conoscenza di questo campo di prigionia proprio nella mia regione. E' importante conoscere la nostra storia e a cosa l'uomo può arrivare

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    1. Non è molto conosciuto in effetti, ma vale senz'altro una visita😊

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  5. Che bell'articolo, grazie di aver raccontato di questo luogo. I vetri rotti sopra al muro mi hanno ricordato la fine della poesia di Montale, Meriggiare pallido e assorto. Brrr...

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    1. Sono andata a rileggerla... Hai ragione... Grazie😉💚

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  6. Trovo questi articoli legati alla memoria molto interessanti; non conoscevo questo campo di prigionia che per certi versi è simile ad uno che c'era dalle mie parti. Luoghi tristi ma che non bisogna dimenticare

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  7. Sono felice di scoprire come oggi si stia cercando di recuperare e preservare un pezzo di memoria collettiva. La mia generazione è cresciuta con i racconti dei partigiani nelle scuole, ma quella successiva rischia di dimenticare un passato recente che deve servirci come monito costante per il futuro

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    1. Sono d'accordo con te e, viste le teste calde che ci sono in giro, è meglio ricordare cos'è avvenuto solo qualche decennio fa. Grazie

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