Auschwitz si trova a circa 70 km da Cracovia. Il nome esatto della cittadina è in polacco Oswiecim, ma i tedeschi lo cambiarono in Auschwitz. Molti pensano erroneamente che il campo si trovi in Germania, ma in realtà si trova nella Polonia sud-occidentale. Birkenau si trova a 3 km di distanza da Auschwitz.
Auschwitz è raggiungibile da Cracovia sia in bus che in treno e il viaggio dura circa un'ora e mezza. Nei pressi dei campi ci sono ampi parcheggi dov'è possibile lasciare l'auto nel caso si arrivi col proprio mezzo.
2. QUALI SONO GLI ORARI DI VISITA AI CAMPI?
Il museo è aperto 7 giorni su 7. Gli orari di visita cambiano in base alla stagione:
8.00-14.00 Dicembre
8.00-15.00 Gennaio e Novembre
8.00-16.00 Febbraio
8.00-17.00 Marzo e Ottobre
8.00-18.00 Aprile, Maggio e Settembre
8.00-19.00 Giugno, Luglio e Agosto
Il museo è chiuso il 1 gennaio, il 25 dicembre e la domenica di Pasqua.
3. QUANTO COSTA IL BIGLIETTO DI ENTRATA?
L'entrata al museo è gratuita. E' possibile (anzi consigliabile) prenotare i biglietti online preventivamente andando sul sito www.auschwitz.org
Nel caso desideriate visitare autonomamente i campi di Auschwitz-Birkenau vi suggeriamo di acquistare una guida cartacea all'ingresso del museo così da poter apprezzare maggiormente la visita.
Se, invece, desiderate usufruire di una visita guidata nella vostra lingua, è possibile attraverso il sito ufficiale prenotare questo tipo di visita previo il pagamento di un supplemento. Vi verrà indicato l'orario in cui è disponibile la visita di gruppo nella lingua selezionata.
Da Cracovia sono molte le agenzie che organizzano dei tour in lingua italiana. Secondo noi, non c'è molta differenza di prezzo tra organizzare autonomamente il tutto o affidarsi ad un tour operator. Anzi, sicuramente è la scelta migliore per chi preferisce avere già tutto organizzato. Noi ci siamo affidati a Sos Travel. Siamo partiti in bus dal punto di ritrovo in centro a Cracovia. Durante il viaggio è stato proiettato un video in italiano in preparazione della visita. Una volta raggiunta Auschwitz abbiamo usufruito della guida in italiano per entrambi i campi. E' compreso nel biglietto, naturalmente, il ritorno a Cracovia.
All'entrata di Auschwitz bisogna sottoporsi ai controlli di sicurezza, molto simili a quelli che si svolgono in aeroporto.
Non è consentito entrare con borse e zainetti di misura superiore a 30x20x10. Potete organizzarvi prima portando un marsupio o un piccolo zainetto oppure potete lasciare quello che avete negli armadietti appositi.
Le regole all'interno dei campi di Auschwitz e Birkenau sono quelle legate al rispetto e alla ragionevolezza. Non è concesso portare animali, fumare e mangiare all'interno dei campi. Comunque, ci sono degli spazi appositi dove fare una pausa, andare in bagno e mangiare qualcosa prima di entrare nel campo vero e proprio. Le macchinette per le bevande e gli snack accettano sia monete che carte elettroniche.
E' obbligatorio mantenere il silenzio o almeno parlare a bassa voce. Sembrano regole superflue, ma se le hanno messe significa che qualcuno spesso si dimentica del luogo in cui si trova.
Sì, ma senza flash. E' vietato invece filmare.
Ci sono dei luoghi (e la guida ve lo dirà) dove non è concesso fare foto: il locale dove sono accumulati i capelli delle vittime (Block n.4), le cantine al blocco n. 11, nella stanza n. 5 e nella zona di controllo prima dell'ingresso.
Noi aggiungiamo un altro divieto che dovrebbe essere sottinteso: quello di farsi i selfie all'interno del campo. Purtroppo abbiamo visto giovani e coppiette farlo! E' una cosa irrispettosa al massimo! Le guide sono molto dispiaciute quando vedono scene come queste e vi assicuro che si fa una figura orribile anche davanti agli altri visitatori. Per carità, evitatelo!
Le regole dicono che non è consigliabile la visita ai bambini di età inferiore ai 14 anni.
Noi abbiamo visto famiglie con bambini all'interno del museo. Non avendo figli non sappiamo bene cosa consigliarvi. Dipende probabilmente dall'emotività del bambino e da quanto sia stato preparato alla visita.
C'è anche da tenere conto del fatto che la visita è molto lunga e si cammina molto. Probabilmente un bambino potrebbe stancarsi.
Per visitare entrambi i campi occorrono circa 4 ore. Se al tempo di visita aggiungiamo il viaggio di andata e ritorno, diciamo che stiamo sulle 7 ore.
Naturalmente ci sono percorsi di visita più approfonditi, ma per questo vi rimandiamo al sito ufficiale di Auschwitz.
Come accennavamo all'inizio, Birkenau è distante solo 3 km dal campo di concentramento di Auschwitz. Se deciderete di visitare i campi autonomamente potrete usufruire del servizio navetta che collega i campi.
Nel caso vi affidiate, invece, come noi ad un'agenzia, con lo stesso bus che vi avrà portato ad Auschwitz verrete accompagnati a Birkenau e da lì verso il punto di partenza a Cracovia.
In questa zona della Polonia sud-occidentale i nazisti impiantarono 3 campi principali e 45 sottocampi per un'estensione totale di circa 40 km quadrati. Inizialmente ebbero la funzione di campi di concentramento e di smistamento dei prigionieri di origine polacca. Col tempo sappiamo quale funzione svolsero purtroppo.
Il campo di concentramento di Auschwitz (per correttezza sarebbe meglio dire Auschwitz I) venne istituito nel 1940. Non venne edificato di sana pianta, ma si decise di sfruttare delle vecchie caserme dell'esercito polacco. Anche se si pensa normalmente che qui siano stati uccisi la maggioranza degli ebrei, in realtà questo campo aveva principalmente una funzione di campo di lavoro. Arrivò ad ospitare fino a 15000-20000 prigionieri alla volta e qui morirono circa 70000 persone.
Dopo aver oltrepassato il cancello con la famosa scritta 'Arbeit Macht Frei' ( il lavoro rende liberi) verrete guidati all'interno di alcuni edifici (i famosi Block) che ospitano il museo vero e proprio.
Attraverso fotografie, pannelli, reperti originali potrete capire le modalità in cui i prigionieri venivano 'accolti' e quali erano le condizioni di vita all'interno del campo. Preferiamo non raccontarvi troppi particolari perché pensiamo sia meglio vedere di persona questi luoghi e riflettere su quello che è accaduto.
Vi possiamo dire, però, che anche se la maggioranza dei prigionieri e delle vittime furono ebrei, molte altre persone furono internate in questi campi. A tutti questi veniva assegnato un triangolo in stoffa da cucire alla divisa di colore diverso: rosso per i prigionieri politici, verde per i criminali comuni, marrone per i Rom e i Sinti, blu per gli emigranti, nero per gli asociali, viola per i Testimoni di Geova e rosa per gli omosessuali.
La visita vi porterà attraverso i dormitori, le prigioni, le camere a gas, il muro per le fucilazioni e i forni crematori. Alcuni luoghi sono originali, altri sono stati ricostruiti da ex prigionieri perché distrutti dai nazisti in fuga. Non si può eprimere a parole quello che si prova vedendo questi luoghi di persona: non si può pensare che degli esseri umani siano potuti arrivare a tanto. Non c'era solo la volontà di uccidere queste persone, ma di umiliarle, di togliere loro la dignità.
Auschwitz, per esempio, è l'unico campo in cui ai prigionieri veniva tatuato sul braccio un numero. Gli internati avevano l'obbligo di imparare il loro numero a memoria in tedesco. In questo modo le persone fin dall'inizio perdevano il diritto ad avere un nome, ma venivano considerati dei numeri, anzi dei 'pezzi'.
Ci ha colpito molto il fatto che i medici potessero decidere della vita o della morte di una persona in pochi secondi osservando i prigionieri e che 'il verdetto' fosse palesato con un semplice cenno del capo. Nemmeno agli animali si riserva un trattamento simile!
Se Auschwitz colpisce per quello che si vede attraverso la visita guidata, a Birkenau ad impressionarvi sarà quello che non vedrete. Il campo di Birkenau (o Auschwitz II) venne impiantato espropriando e poi distruggendo alcuni villaggi polacchi. Con i materiali restanti vennero edificati gli edifici che avrebbero ospitato i prigionieri.
Birkenau, a differenza di Auschwitz, venne pensato essenzialmente come campo di sterminio. Se entrando ad Auschwitz c'era ancora qualche possibilità di sopravvivere, chi arrivava a Birkenau aveva il destino già segnato. E' qui, e non ad Auschwitz, che arrivavano quei vagoni merci stipati di ebrei che vediamo nei film o nei documentari e che poi venivano divisi e condotti immediatamente nelle camere a gas.
Questo campo ospitava costantemente circa 100000 prigionieri ed è qui che vennero uccisi circa 1.100.000 persone. Tenete conto che molte delle vittime non vennero nemmeno registrate al loro arrivo, ma immediatamente condotte alle camere a gas, per cui si pensa che gli uccisi siano molti di più di quelli conteggiati.
Quello che colpisce a Birkenau è il silenzio assoluto, il nulla che circonda il visitatore. I nazisti cercaronodi distruggere le prove delle loro azioni abominevoli facendo saltare in aria tutto. Vedrete, perciò, solo i ruderi dei crematori e delle camere a gas e alcune baracche, ma è proprio questo che vi impressionerà.
Le guide vi spiegheranno come avveniva l'effettiva eliminazione dei prigionieri e il successivo smaltimento delle ceneri. Preferiamo non raccontare nei dettagli quello che abbiamo sentito. Se però non avete la possibilità di visitare questi campi vi suggeriamo, se ve la sentite, di leggere il libro 'Sonderkommando Auschwitz' scritto da Shlomo Venezia, uno dei pochissimi ebrei che facevano parte di questo reparto speciale sopravvissuto allo sterminio. Questa squadra speciale di prigionieri faceva il lavoro più duro all'interno del campo. Proprio perché questi ebrei erano testimoni di enormi atrocità, a loro volta, dopo pochi mesi, venivano uccisi perché non potessero mai raccontare quello che erano stati costretti a vedere e a fare. Shlomo Venezia fortunatamente sopravvisse e potè fornire la sua testimonianza al processo di Norimberga nonché mettere per iscritto la sua esperienza così dolorosa.
A Birkenau è stato edificato un monumento per onorare e ricordare le vittime dei campi. La scritta commerativa è stata tradotta in tutte le lingue delle vittime.
Dopo questa cruda descrizione di quello che vedrete nei campi, forse vi starete chiedendo perché dovreste visitarli. Molti, prima della nostra partenza per Cracovia, ci hanno detto che non se la sentirebbero mai di vedere questi luoghi di persona. Anche se visitarli o meno è una scelta personale, vi vogliamo spiegare perché secondo noi dovreste valutare una visita ad Auschwitz e lo facciamo collegandoci alle parole di commiato della nostra guida alla fine della visita dei campi.
La guida ci ha ringraziato per aver partecipato alla visita ricordandoci che questo museo è nato dalla volontà di ex prigionieri che non volevano si dimenticasse quello che qui era accaduto. Nel 1947 il parlamento polacco istituì il Museo della Memoria e nel 1979 l'Unesco lo incluse nella lista dei Patrimoni dell'Umanità.
I pochi ebrei sopravvissuti ai campi di concentramento una volta tornati al loro paese d'origine raccontarono quello a cui avevano assistito, ma la maggioranza delle persone non credettero loro. Erano racconti talmente atroci che non sembrava possibile fosse accaduto veramente. Molti ex prigionieri, allora, decisero di chiudersi nel silenzio e di non raccontare più nulla.
Alcuni di loro, però, alla fine della guerra, decisero di tornare ad Auschwitz e di lavorare affinché questi luoghi venissero preservati a futura memoria. E' grazie al loro operato che noi possiamo avere una testimonianza di quello che è successo ed una prova inconfutabile che tutto ciò è accaduto veramente. La guida ci ha fatto un semplice ragionamento: se oggi, a distanza di circa 70 anni, alcuni hanno il coraggio di negare la Shoah nonostante tutte le prove in nostro possesso, cosa potrebbe accadere tra 50 anni se non esistessero questi musei? Un bambino di oggi potrebbe da adulto non credere che siano accadute queste cose, tanto più che oggi sono ancora in vita pochissimi ex prigionieri. Ecco perché è importante che questi luoghi vengano preservati e che si continui a visitarli: per non dimenticare e per ricordare che queste cose, se non stiamo attenti, potrebbero capitare nuovamente.
Speriamo, come dicevamo all'inizio, di non avervi troppo impressionato con questo post e, se l'abbiamo fatto, ce ne scusiamo. Il nostro obiettivo era semplicemente quello di darvi qualche informazione pratica e utile alla visita di questi campi: speriamo di esserci riusciti.
Voi cosa ne pensate? Avete mai visitato un campo di concentramento? Che impressione vi ha lasciato? Raccontatecelo nei commenti.
Visita alla Fabbrica di Schindler a Cracovia
4. QUALI SONO LE REGOLE DI INGRESSO AI CAMPI?
All'entrata di Auschwitz bisogna sottoporsi ai controlli di sicurezza, molto simili a quelli che si svolgono in aeroporto.
Non è consentito entrare con borse e zainetti di misura superiore a 30x20x10. Potete organizzarvi prima portando un marsupio o un piccolo zainetto oppure potete lasciare quello che avete negli armadietti appositi.
Le regole all'interno dei campi di Auschwitz e Birkenau sono quelle legate al rispetto e alla ragionevolezza. Non è concesso portare animali, fumare e mangiare all'interno dei campi. Comunque, ci sono degli spazi appositi dove fare una pausa, andare in bagno e mangiare qualcosa prima di entrare nel campo vero e proprio. Le macchinette per le bevande e gli snack accettano sia monete che carte elettroniche.
E' obbligatorio mantenere il silenzio o almeno parlare a bassa voce. Sembrano regole superflue, ma se le hanno messe significa che qualcuno spesso si dimentica del luogo in cui si trova.
5. SI POSSONO SCATTARE FOTOGRAFIE ALL'INTERNO DEI CAMPI?
Sì, ma senza flash. E' vietato invece filmare.
Ci sono dei luoghi (e la guida ve lo dirà) dove non è concesso fare foto: il locale dove sono accumulati i capelli delle vittime (Block n.4), le cantine al blocco n. 11, nella stanza n. 5 e nella zona di controllo prima dell'ingresso.
CONTENITORI ZYKLON B |
GRANULI ZYKLON B |
Noi aggiungiamo un altro divieto che dovrebbe essere sottinteso: quello di farsi i selfie all'interno del campo. Purtroppo abbiamo visto giovani e coppiette farlo! E' una cosa irrispettosa al massimo! Le guide sono molto dispiaciute quando vedono scene come queste e vi assicuro che si fa una figura orribile anche davanti agli altri visitatori. Per carità, evitatelo!
6. I BAMBINI POSSONO ENTRARE AD AUSCHWITZ E A BIRKENAU?
Le regole dicono che non è consigliabile la visita ai bambini di età inferiore ai 14 anni.
Noi abbiamo visto famiglie con bambini all'interno del museo. Non avendo figli non sappiamo bene cosa consigliarvi. Dipende probabilmente dall'emotività del bambino e da quanto sia stato preparato alla visita.
C'è anche da tenere conto del fatto che la visita è molto lunga e si cammina molto. Probabilmente un bambino potrebbe stancarsi.
7. QUANTO DURA LA VISITA DEI DUE CAMPI?
Per visitare entrambi i campi occorrono circa 4 ore. Se al tempo di visita aggiungiamo il viaggio di andata e ritorno, diciamo che stiamo sulle 7 ore.
Naturalmente ci sono percorsi di visita più approfonditi, ma per questo vi rimandiamo al sito ufficiale di Auschwitz.
8. COME SI RAGGIUNGE IL CAMPO DI BIRKENAU DA AUSCHWITZ?
BIRKENAU |
Come accennavamo all'inizio, Birkenau è distante solo 3 km dal campo di concentramento di Auschwitz. Se deciderete di visitare i campi autonomamente potrete usufruire del servizio navetta che collega i campi.
Nel caso vi affidiate, invece, come noi ad un'agenzia, con lo stesso bus che vi avrà portato ad Auschwitz verrete accompagnati a Birkenau e da lì verso il punto di partenza a Cracovia.
9. COSA POSSO ASPETTARMI DI VEDERE AD AUSCHWITZ E A BIRKENAU?
In questa zona della Polonia sud-occidentale i nazisti impiantarono 3 campi principali e 45 sottocampi per un'estensione totale di circa 40 km quadrati. Inizialmente ebbero la funzione di campi di concentramento e di smistamento dei prigionieri di origine polacca. Col tempo sappiamo quale funzione svolsero purtroppo.
Il campo di concentramento di Auschwitz (per correttezza sarebbe meglio dire Auschwitz I) venne istituito nel 1940. Non venne edificato di sana pianta, ma si decise di sfruttare delle vecchie caserme dell'esercito polacco. Anche se si pensa normalmente che qui siano stati uccisi la maggioranza degli ebrei, in realtà questo campo aveva principalmente una funzione di campo di lavoro. Arrivò ad ospitare fino a 15000-20000 prigionieri alla volta e qui morirono circa 70000 persone.
Dopo aver oltrepassato il cancello con la famosa scritta 'Arbeit Macht Frei' ( il lavoro rende liberi) verrete guidati all'interno di alcuni edifici (i famosi Block) che ospitano il museo vero e proprio.
INTERNO CAMPO AUSCHWITZ |
Attraverso fotografie, pannelli, reperti originali potrete capire le modalità in cui i prigionieri venivano 'accolti' e quali erano le condizioni di vita all'interno del campo. Preferiamo non raccontarvi troppi particolari perché pensiamo sia meglio vedere di persona questi luoghi e riflettere su quello che è accaduto.
Vi possiamo dire, però, che anche se la maggioranza dei prigionieri e delle vittime furono ebrei, molte altre persone furono internate in questi campi. A tutti questi veniva assegnato un triangolo in stoffa da cucire alla divisa di colore diverso: rosso per i prigionieri politici, verde per i criminali comuni, marrone per i Rom e i Sinti, blu per gli emigranti, nero per gli asociali, viola per i Testimoni di Geova e rosa per gli omosessuali.
La visita vi porterà attraverso i dormitori, le prigioni, le camere a gas, il muro per le fucilazioni e i forni crematori. Alcuni luoghi sono originali, altri sono stati ricostruiti da ex prigionieri perché distrutti dai nazisti in fuga. Non si può eprimere a parole quello che si prova vedendo questi luoghi di persona: non si può pensare che degli esseri umani siano potuti arrivare a tanto. Non c'era solo la volontà di uccidere queste persone, ma di umiliarle, di togliere loro la dignità.
CREMATORIO AUSCHWITZ |
CAMERA A GAS AUSCHWITZ |
Auschwitz, per esempio, è l'unico campo in cui ai prigionieri veniva tatuato sul braccio un numero. Gli internati avevano l'obbligo di imparare il loro numero a memoria in tedesco. In questo modo le persone fin dall'inizio perdevano il diritto ad avere un nome, ma venivano considerati dei numeri, anzi dei 'pezzi'.
Ci ha colpito molto il fatto che i medici potessero decidere della vita o della morte di una persona in pochi secondi osservando i prigionieri e che 'il verdetto' fosse palesato con un semplice cenno del capo. Nemmeno agli animali si riserva un trattamento simile!
Se Auschwitz colpisce per quello che si vede attraverso la visita guidata, a Birkenau ad impressionarvi sarà quello che non vedrete. Il campo di Birkenau (o Auschwitz II) venne impiantato espropriando e poi distruggendo alcuni villaggi polacchi. Con i materiali restanti vennero edificati gli edifici che avrebbero ospitato i prigionieri.
Birkenau, a differenza di Auschwitz, venne pensato essenzialmente come campo di sterminio. Se entrando ad Auschwitz c'era ancora qualche possibilità di sopravvivere, chi arrivava a Birkenau aveva il destino già segnato. E' qui, e non ad Auschwitz, che arrivavano quei vagoni merci stipati di ebrei che vediamo nei film o nei documentari e che poi venivano divisi e condotti immediatamente nelle camere a gas.
VAGONE ORIGINALE |
Questo campo ospitava costantemente circa 100000 prigionieri ed è qui che vennero uccisi circa 1.100.000 persone. Tenete conto che molte delle vittime non vennero nemmeno registrate al loro arrivo, ma immediatamente condotte alle camere a gas, per cui si pensa che gli uccisi siano molti di più di quelli conteggiati.
Quello che colpisce a Birkenau è il silenzio assoluto, il nulla che circonda il visitatore. I nazisti cercaronodi distruggere le prove delle loro azioni abominevoli facendo saltare in aria tutto. Vedrete, perciò, solo i ruderi dei crematori e delle camere a gas e alcune baracche, ma è proprio questo che vi impressionerà.
RUDERI CREMATORIO BIRKENAU |
Le guide vi spiegheranno come avveniva l'effettiva eliminazione dei prigionieri e il successivo smaltimento delle ceneri. Preferiamo non raccontare nei dettagli quello che abbiamo sentito. Se però non avete la possibilità di visitare questi campi vi suggeriamo, se ve la sentite, di leggere il libro 'Sonderkommando Auschwitz' scritto da Shlomo Venezia, uno dei pochissimi ebrei che facevano parte di questo reparto speciale sopravvissuto allo sterminio. Questa squadra speciale di prigionieri faceva il lavoro più duro all'interno del campo. Proprio perché questi ebrei erano testimoni di enormi atrocità, a loro volta, dopo pochi mesi, venivano uccisi perché non potessero mai raccontare quello che erano stati costretti a vedere e a fare. Shlomo Venezia fortunatamente sopravvisse e potè fornire la sua testimonianza al processo di Norimberga nonché mettere per iscritto la sua esperienza così dolorosa.
A Birkenau è stato edificato un monumento per onorare e ricordare le vittime dei campi. La scritta commerativa è stata tradotta in tutte le lingue delle vittime.
MONUMENTO COMMEMORATIVO ALLE VITTIME BIRKENAU |
10. PERCHE' DOVREI VISITARE I CAMPI DI AUSCHWITZ E BIRKENAU?
La guida ci ha ringraziato per aver partecipato alla visita ricordandoci che questo museo è nato dalla volontà di ex prigionieri che non volevano si dimenticasse quello che qui era accaduto. Nel 1947 il parlamento polacco istituì il Museo della Memoria e nel 1979 l'Unesco lo incluse nella lista dei Patrimoni dell'Umanità.
I pochi ebrei sopravvissuti ai campi di concentramento una volta tornati al loro paese d'origine raccontarono quello a cui avevano assistito, ma la maggioranza delle persone non credettero loro. Erano racconti talmente atroci che non sembrava possibile fosse accaduto veramente. Molti ex prigionieri, allora, decisero di chiudersi nel silenzio e di non raccontare più nulla.
Alcuni di loro, però, alla fine della guerra, decisero di tornare ad Auschwitz e di lavorare affinché questi luoghi venissero preservati a futura memoria. E' grazie al loro operato che noi possiamo avere una testimonianza di quello che è successo ed una prova inconfutabile che tutto ciò è accaduto veramente. La guida ci ha fatto un semplice ragionamento: se oggi, a distanza di circa 70 anni, alcuni hanno il coraggio di negare la Shoah nonostante tutte le prove in nostro possesso, cosa potrebbe accadere tra 50 anni se non esistessero questi musei? Un bambino di oggi potrebbe da adulto non credere che siano accadute queste cose, tanto più che oggi sono ancora in vita pochissimi ex prigionieri. Ecco perché è importante che questi luoghi vengano preservati e che si continui a visitarli: per non dimenticare e per ricordare che queste cose, se non stiamo attenti, potrebbero capitare nuovamente.
Speriamo, come dicevamo all'inizio, di non avervi troppo impressionato con questo post e, se l'abbiamo fatto, ce ne scusiamo. Il nostro obiettivo era semplicemente quello di darvi qualche informazione pratica e utile alla visita di questi campi: speriamo di esserci riusciti.
Voi cosa ne pensate? Avete mai visitato un campo di concentramento? Che impressione vi ha lasciato? Raccontatecelo nei commenti.
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Sono stata ad Auschwitz-Birkenau lo scorso capodanno e per quanto avessi già visitato dei campi di sterminio e credessi di essere informata li ho scoperto un altro mondo... in particolare, tra tutto, mi ha sconvolto l'ammasso di capelli presenti in quanto direttamente riconducibili a persone realmente esistite. Io non riesco proprio a comprendere come possa esistere gente che non creda all'esistenza dell'Olocausto... Consiglio vivamente di partecipare ad una visita guidata per comprendere davvero questo luogo
RispondiEliminaAnch'io trovo impossibile che qualcuno arrivi a negare l'Olocausto e diciamo che mi innervosiscono anche i ragazzi che si fanno i selfie in un luogo del genere...io capisco scattare qualche foto x ricordare quel momento, ma un selfie????🙈🙈🙈
EliminaIl complesso di Aushwitz Birkenau sembra molto più intenso come impatto rispetto al campo di Dachau che ho avuto occasione di visitare. Del tuo articolo mi ha impressionato il campo con i resti saltati in aria e lo scopo chiaro di campo di sterminio. Sono d'accordo con la tua conclusione, questi luoghi vanno visti e preservati per ricordarci cosa è successo e invitarci a non permettere più simili atrocità
RispondiEliminaSono d'accordo con te. A noi ha fatto quasi più impressione Birkenau perché, anche se ormai non c'è quasi più nulla, è così esteso da far venire i brividi. Sapere che era concepito esclusivamente come campo di sterminio lascia senza parole.
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