Uno dei luoghi che più amiamo del Biellese è sicuramente il borgo di Rosazza, da poco entrato a far parte, e meritatamente, della lista dei "Borghi più belli d'Italia". In un nostro precedente post vi abbiamo raccontato perché Rosazza viene considerato uno dei borghi più misteriosi d'Italia.
Oggi, invece, vi portiamo con noi alla scoperta di un museo veramente interessante che ha lo scopo di raccontare e valorizzare le unicità dell'Alta Valle Cervo, in dialetto la Bürsch, ovvero la tana, la casa. Accompagnati dalle bravissime Carolina e Angelica, le nostre guide, abbiamo scoperto, attraverso la visita della Casa Museo dell'Alta Valle Cervo, cos'ha reso da sempre questo territorio così speciale.
La cucina |
Dove si trova la Casa Museo dell'Alta Valle Cervo
La Casa Museo dell'Alta Valle Cervo, aperta nel 1987, si trova a Rosazza, a pochi passi dalla Chiesa Parrocchiale. Potete trovare facilmente le indicazioni per raggiungerla in vari punti del borgo.
Rosazza |
Si tratta di una tradizionale abitazione, d'impianto settecentesco, ma interamente ristrutturata nel 1876. Anche se il museo si propone di raccontare la vita di una famiglia tipica dell'Alta Valle Cervo, gli arredi originali della casa fanno pensare che ad abitarla fosse una famiglia abbastanza benestante. L'ingresso alla casa, come noterete, era comune a uomini e ad animali. Nella piccola stalla adiacente alla cucina venivano ospitate una o due mucche che contribuivano con il loro latte al sostentamento della famiglia.
La stalla |
La visita si svolge nei quattro piani fuori terra percorrendo in senso orario i vari locali. Attraverso oggetti, mobili, foto e documenti originali viene raccontata la vita degli uomini e delle donne dell'Alta Valle Cervo, i valìt. Per Alta Valle Cervo si intende il territorio compreso tra i cinque comuni di Piedicavallo, Rosazza, Quittengo, San Paolo e Campiglia Cervo.
Naturalmente, attraverso questo post non vi vogliamo raccontare nei particolari la nostra visita stanza per stanza, ma semplicemente darvi qualche spunto per farvi capire quanto la storia di questa zona del Biellese sia così particolare e affascinante.
I mestieri tradizionali degli uomini dell'Alta Valle Cervo
Visitando Rosazza e i paesi dell'Alta Valle Cervo rimarrete senz'altro colpiti dall'uso della pietra nelle costruzioni civili, nei ponti, nei muri di contenimento, nelle pavimentazioni stradali. Non per niente, si potrebbe definire l'Alta Valle Cervo "una valle di pietra". Il materiale più usato è la sienite, una pietra dura, resistente all'usura e agli agenti atmosferici.
In questo territorio un tempo si trovavano diverse cave nei comuni di Quittengo, San Paolo Cervo e Rosazza. Ne consegue che il mestiere tipico degli uomini dell'Alta Valle Cervo fosse quello di scalpellino-muratore, una professione dura, ma ricercatissima fin dall'antichità.
Nel 1862 a Campiglia e nel 1869 a Rosazza vennero istituite due scuole professionali ad indirizzo edile che formeranno, per più di un secolo, tecnici specializzati apprezzati letteralmente in tutto il mondo non solo per le loro abilità costruttive, ma anche per la capacità di adattamento alle condizioni climatiche e sociali più avverse.
Nella Casa Museo dell'Alta Valle Cervo potrete ammirare diverse fotografie che testimoniano gli imponenti lavori che gli scalpellini, nati in valle, portarono avanti in Italia e nel mondo. Pensate che furono proprio le imprese edili dell'Alta Valle Cervo ad appaltare e ad eseguire, per esempio, i tracciati alpini colleganti la Francia, la Svizzera e il Piemonte. Realizzarono linee e gallerie ferroviarie, ponti, teatri, palazzi pubblici e caserme non solo in Italia e in Europa, ma, addirittura nelle Americhe, in Asia e in Africa.
Si tratta di un'emigrazione qualificata che in un primo tempo è stagionale e temporanea, ma, in seguito diventa permanente. Pensate che negli ultimi centoventi anni la popolazione dell'Alta Valle Cervo è scesa da 6500 abitanti a circa 800.
Ci ha incuriosito molto la stanza dedicata alle Istituzioni Comunali dove sono documentate due delle tre Società operaie di mutuo soccorso che operarono in Valle: quelle di Rosazza (fondata nel 1892) e di Campiglia Cervo (fondata nel 1871). Le Società di Mutuo Soccorso non hanno fine politico, ma nascono nell'Ottocento per sopperire alle carenze dello stato sociale e aiutare i lavoratori e le loro famiglie in caso di incidente sul lavoro, malattia o disoccupazione. La prima di queste organizzazioni senza fini di lucro nasce a Pinerolo, vicino a Torino, nel 1848, ma è interessante pensare che a fine Ottocento in questa piccola valle biellese operassero tre di queste società.
La donna valligiana: una donna forte e indipendente
Dato che la maggioranza degli uomini dell'Alta Valle Cervo stavano fuori diversi mesi all'anno (se non di più) per lavoro, si capisce che era sulle mamme, le mogli e le figlie di questi uomini che gravava la cura della casa, degli animali, dei terreni e dei bambini in loro assenza.
La donna valligiana è una donna molto forte, in grado di prendere decisioni e assumersi responsabilità in totale autonomia. Una donna che, per forza di cose, si fa carico di lavori pesanti dal punto di vista fisico, ma anche emotivo.
È la donna che si occupa di coltivare la terra, di badare agli animali, di trasportare a spalla dagli alpeggi in paese, e viceversa, ogni genere di materiale con la scësta, il scistun e la crava. Vedrete molte foto che testimoniano la vita dura delle donne del tempo. Pensando poi al clima rigido dell'Alta Valle Cervo, al fatto che ogni lavoro doveva essere fatto a mano e alle ripide salite che delimitano la vallata si può immaginare la tempra di queste donne. Ci ha colpito molto una fotografia dove si vedono delle donne che reggono con le braccia un bastone in orizzontale: era l'unico modo per mantenere l'equilibrio sui ripidi pendii della valle portando i carichi pesanti sulle spalle.
La donna valligiana manteneva con il suo pesante lavoro la famiglia, mentre il guadagno dell'uomo serviva per le evenienze straordinarie e il risparmio. Le lettere che si scambiavano con padre, marito, fratelli e figli emigrati, non erano solo un modo per informarsi sulla salute e sulle rispettive attività, ma per le donne erano anche un esercizio di lettura, di scrittura e di apertura mentale. Le donne, in questo modo, rafforzavano e completavano l'istruzione scolastica appresa negli anni giovanili.
Soprattutto nei mesi invernali, come vedrete in altre stanze della Casa Museo dell'Alta Valle Cervo, le donne si dedicavano anche all'artigianato. Spesso frequentavano corsi liberi di taglio, cucito e ricamo presso le sarte del paese, sapevano confezionare gli scapìn, le calzature tipiche della Valle Cervo, come pure camicie, corredi e abiti da lavoro. Una stanza che siamo certi vi piacerà molto è quella dove sono raccolti moltissimi abiti per adulti e bambini realizzati nell'Ottocento dalle donne valligiane: delle autentiche meraviglie nate dalle loro mani sapienti.
Le donne dell'Alta Valle Cervo sapevano anche coltivare e filare la canapa con una procedura faticosa e impegnativa. Il filo veniva barattato nei mercati di Biella in cambio di pezze di canapa tessute in altre vallate. Il tessuto veniva poi orlato e ricamato per il corredo. Di certo la donna valligiana non aveva tempo di annoiarsi, non credete?
Attrezzi per la lavorazione della canapa |
La scuola elementare: una chicca della Casa Museo dell'Alta Valle Cervo
Se avrete modo di visitare questo museo siamo certi che una delle stanze che vi piacerà di più è quella che riproduce una classe scolastica del periodo umbertino. Tutto è rimasto come allora: gli arredi, i banchi, i quaderni, la lavagna: una vera chicca.
La scuola |
Per motivi di spazio il locale ospita i piccoli banchi in legno dell'asilo, ma questo particolare rende il locale ancora più carino. Prendetevi il tempo di guardare tutto: la cartella in legno, il vasino anch'esso in legno nell'angolo, i pallottolieri, le cartine appese alle pareti, i grembiuli, gli astucci e i calamai. Perfino il disegno alla lavagna è originale e rappresenta un angolo di Rosazza. Siamo sicuri che vi piacerà moltissimo!
La Casa Museo dell'Alta Valle Cervo: informazioni utili alla visita
La Casa Museo dell'Alta Valle Cervo è visitabile tutti i pomeriggi festivi da giugno a settembre dalle 14:30 alle 18:30.
Per gruppi e scolaresche la Casa Museo è visitabile anche in altri orari. Per prenotare potete telefonare al n. +39 338 3876595 o inviare una mail a info@casamuseo-altavalledelcervo.it .
L'ingresso è libero, ma è gradita un'offerta per l'Associazione di volontariato culturale che gestisce la Casa Museo.
Per ulteriori informazioni potete visitare il sito ufficiale casamuseo-altavalledelcervo.it
Ringraziamo ancora una volta l'Associazione di volontariato che gestisce la Casa Museo dell'Alta Valle Cervo e, in particolare, le nostre guide Carolina e Angelica e la nostra cara Laura. È stato bellissimo visitare questo interessantissimo museo e ci auguriamo che molte altre persone vengano a conoscerlo nei prossimi mesi. Buon lavoro!
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Ma che bel resoconto ale... Siete stati bravissimi come sempre.
RispondiEliminaGrazie amica mia :*
EliminaNon avevo idea esistesse un museo del genere, forse anche perchè non conosco benissimo la zona. Posso dirti però che questo è il genere di esperienza che piace a me: un tuffo in quella che era la vita di un tempo attraverso ricordi e memorie.
RispondiEliminaÈ stata davvero un'esperienza interessante e molto istruttiva!
EliminaSono sincera, non ho mai sentito parlare ne letto nulla su Rosazza. Figuriamoci se potessi avere idea che nascondesse un tesoro simile. Ma segno subito questo posto nella bucket list del 2022, sperando che la pandemia ci lasci girare in autonomia quest'anno.
RispondiEliminaPurtroppo la Valle Cervo non è ancora conosciuta come meriterebbe. Ti consiglio di visitare sia Rosazza (da poco entrato a far parte dei Borghi più belli d'Italia) e Piedicavallo, almeno. Buon giro!
EliminaMa che bello riscoprire queste antiche tradizioni e i luoghi che ne custodiscono le testimonianze così da farle conoscere anche alle nuove generazioni.
RispondiEliminaÈ vero, è un patrimonio da conservare assolutamente!
EliminaInsieme a voi travel blogger italiane, sto scoprendo borghi e vere chicche della nostra Italia, questa casa museo è davvero molto interessante, sembra di fare un tuffo nel passato ( i banchetti della scuola top!)
RispondiEliminaHai visto che carini? Le guide ci hanno raccontato che quella è la stanza più fotografata!!
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