Viaggiando su e giù per l'Italia probabilmente avrete percorso, come noi, tratti di antiche strade romane, superato ponti e attraversato gallerie che, anche se furono costruiti diversi secoli fa, non solo sono ancora in piedi, ma sono utili ancora oggi allo spostamento di merci e persone.

Com'è possibile che questi capolavori di ingegneria siano arrivati ai giorni nostri praticamente quasi intatti? Quanto influiscono ancora oggi sulla nostra vita di viaggiatori? Oggi faremo un viaggio alla scoperta delle strade romane in Italia.


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Le principali strade romane in Italia: le viae publicae 


Le strade costruite dai romani in Italia e in Europa hanno da sempre rivestito una grande importanza e non solo per la circolazione di merci ed eserciti. Lungo queste vie circolavano, infatti, idee, influenze artistiche, dottrine filosofiche e religiose. 

I romani arrivarono a costruire un'efficientissima rete stradale che ebbe uno sviluppo di oltre ottantamila chilometri su un'area che oggi appartiene ad oltre trenta nazioni.

Le principali vie che ancora oggi attraversano l'Italia partendo da Roma sono le vie consolari (viae publicae). Di queste ricordiamo:

la Via Appia, definita 'la regina delle strade' che collegava Roma con l'attuale Brindisi, porto per l'Oriente;

le Vie Salaria e Flaminia che collegavano Roma con l'Adriatico;

la Via Aurelia che andava a nord verso la Gallia e la penisola iberica;

la Via Ostiense che arrivava fino ad Ostia, il porto preferito per le rotte da e per l'Africa.


Le strade romane in Italia: come vennero costruite per durare fino ai nostri giorni


Le strade romane vennero costruite in modo che fossero utili, belle e solide. Si cercava di progettarle in maniera da raggiungere la destinazione nel più breve tempo possibile ed è per questo che la maggioranza di queste strade sono dei rettilinei

Molte volte, però, le strade dovevano essere adattate alle caratteristiche del territorio. Nelle zone collinari e montuose gli ingegneri costruivano le strade, se possibile, a mezzacosta e dal lato esposto al sole. In questo modo si riducevano al minimo i problemi causati dagli agenti atmosferici.

Una volta che i geometri dell'epoca avevano definito il tracciato, si procedeva al lavoro di scavo che veniva portato avanti da legionari, schiavi o salariati. La prima cosa da fare era tracciare due solchi paralleli. La distanza minima fra loro era di circa due metri, ma di solito la sede carrabile era di quattro metri e nelle curve era anche più larga. Alla fine la strada poteva essere larga fino a dieci metri, inclusi i due marciapiedi laterali.

Tra i due solchi veniva fatto uno scavo profondo fino ad arrivare alla base più solida. La fossa veniva poi riempita con tre o quattro strati di materiali diversi: prima pietrame più grosso o pietrisco, quindi ciottoli o pietre lisce forse legati con malta e, in cima, ghiaia compressa o pietre frantumate. Le vie consolari venivano lastricate per renderle ancora più belle e comode.

Gli ingegneri dell'epoca non lasciavano niente al caso. Le strade erano 'baulate' ovvero a forma di schiena d'asino: in questo modo l'acqua piovana non ristagnava, ma defluiva nelle cunette laterali.


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Le strade romane in Italia: ponti, gallerie e tagli delle montagne.


Come facevano quelle strade a superare gli ostacoli naturali come, ad esempio, i fiumi? Uno dei sistemi era quello di costruire ponti in legno o pietra in base al traffico previsto e alla disponibilità economica. Molti di questi ponti, incredibilmente, sono ancora in piedi e perfettamente utilizzabili nonostante siano passati migliaia di anni dalla loro costruzione. 

Tra i ponti romani più belli che possiamo ammirare ancora oggi in Italia possiamo citare il ponte di Tiberio a Rimini, il ponte di Augusto a Narni o il ponte di Solestà ad Ascoli Piceno sulla Salaria. Certo, le strade romane fanno impallidire quelle odierne che necessitano di manutenzione continua, vero?


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Ponte Tiberio - Rimini


Le gallerie costruite dai romani sono forse meno note, ma realizzarle era ancora più difficile visti i mezzi dell'epoca. Erano dei veri capolavori dell'ingegneria del tempo. Pensate alla Galleria del Furlo sulla Via Flaminia: forse l'avrete attraversata se avete partecipato ad una delle fiere dedicate al tartufo di Acqualagna. Nel 76 d.C. fu scavato nella roccia un tunnel lungo una quarantina di metri e alto e largo circa cinque. Fu un'opera davvero grandiosa considerato il fatto che il lavoro venne fatto praticamente a mano.


Galleria del Furlo

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E che dire dei tagli lungo le pareti delle montagne? La Montagna Spaccata lungo la via romana che collega Pozzuoli con Capua in Campania ne è solo un esempio. Ci fa impallidire pensare a quanta fatica sia stata fatta per portare avanti opere di questo genere!


Come si viaggiava lungo le strade romane in Italia


Un viaggiatore a piedi poteva percorrere circa venticinque/trenta chilometri al giorno. Per calcolare le distanze osservava le pietre miliari poste a lato della strada: una ogni miglio romano (1480 metri attuali). Da ogni miglio si poteva osservare il precedente e il successivo.

Lungo le strade romane c'erano dei punti di rifornimento sia per le persone che per i loro animali da soma. I funzionari pubblici potevano fermarsi alle mansiones, situate a circa una giornata di viaggio. Tra due mansiones sorgevano diverse mutationes, stazioni per il cambio di cavalli, muli e buoi. I comuni viaggiatori, che non potevano pernottare presso le mansiones, avevano la possibilità di rifocillarsi e pernottare presso le tabernae, locali a basso costo, spesso poco raccomandabili. Con il tempo, però, le tabernae iniziarono a distinguersi tra loro per i servizi offerti e per la reputazione degli avventori che le frequentavano.

Lo sapete che le strade romane furono indispensabili anche per la diffusione del cristianesimo? In Atti degli Apostoli viene detto che l'apostolo Paolo nel 59 d.C. percorse la Via Appia per raggiungere Roma e incontrò i compagni di fede al Foro o Mercato Appio, un luogo molto trafficato che si trovava settantaquattro chilometri a sud-est di Roma. Altri lo attendevano alla stazione di sosta delle Tre Taverne, quindici chilometri più vicino a Roma (Atti 28:13-15). Verso il 60 d.C. Paolo potè dire che la predicazione si era diffusa 'in tutto il mondo' allora conosciuto, sicuramente grazie anche alla rete stradale costruita dai romani.


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L'opera di Augusto: le prime guide di viaggio


Poco prima della nascita del cristianesimo, Augusto avviò un programma di manutenzione delle strade. Nominò dei funzionari (curatores viarum) che avrebbero dovuto prendersi cura della manutenzione di una o più strade ciascuno. 


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Augusto fece installare nel Foro Romano il miliarum aureum, una colonna di marmo rivestita in bronzo che indicava idealmente il punto in cui finivano tutte le strade romane d'Italia. Da qui nasce il detto: "Tutte le strade portano a Roma". 


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Augusto fece anche scolpire in marmo una mappa generale delle vie consolari. Da questa mappa principale vennero ricavate delle guide in pergamena che ritraevano porzioni di itinerari più brevi con indicati le distanze e i punti di sosta. Queste guide di viaggio erano costose, ma potremmo considerarle le antenate delle guide cartacee che utilizziamo ancora noi oggi.

A proposito di distanze e di miglia romane, lo sapete che molti dei toponimi delle nostre città prendono origine proprio dal sistema viario di quel tempo? Si potrebbero fare moltissimi esempi, ma ve ne vorremmo qui citare solo tre: il paese di Quart, in Valle D'Aosta, era distante quattro miglia da Aosta lungo la Via delle Gallie, Sesto San Giovanni si trovava sul sesto miglio lungo la strada romana che collegava Milano con Monza e Lecco e Quintodecimo, frazione di Acquasanta Terme, era proprio a quindici miglia di distanza da Ascoli Piceno lungo la Salaria.

Speriamo che questo viaggio nella storia vi sia piaciuto. Personalmente siamo veramente colpiti da quanto la costruzione delle strade romane, un'opera immane per quel tempo, abbia ancora oggi un impatto così forte sulla nostra vita di viaggiatori dopo oltre duemila anni. Dalle vostre parti ci sono ancora tracce di questo sistema viario? Raccontatecelo nei commenti.





8 commenti:

  1. Grazie! C'è tanto bisogno di articoli come questo che facciano conoscere il nostro patrimonio culturale e la nostra storia in maniera trasversale! Te lo dico da archeologa che ha a cuore la comunicazione dell'archeologia! PS: io lavoro ad Ostia antica e percorro molto spesso l'ultimo tratto della via Ostiense, prima di entrare in Ostia attraverso la Porta Romana; in più, il paese in cui sono nata, in Liguria, nacque come mansio romana lungo la consolare via Iulia Augusta! Un destino tracciato sull'antica viabilità romana...

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    1. Grazie! Ma pensa... Quindi in un certo senso alcune tappe della tua vita sono proprio legate a queste antiche vie! Interessante!

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  2. Ho una passione per l'archeologia romana e mi è piaciuto tantissimo questo articolo. La prima via che mi è venuta in mente è stata la Flaminia, anche perchè è quella che conosco meglio come d'altronde la galleria del Furlo. Lo sbocco della Flaminia sull'Adriatico è a Fano con l'Arco o Porta di Augusto. La conosco molto bene essendo stata parte della mia tesi, ma non conoscevo l'origine del detto "tutte le strade portano a Roma!"

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    1. Grazie x l'interesse! Hai ragione a Fano c'è lo sbocco della Flaminia...e infatti sono molte le tracce che hanno lasciato i romani in questa bella città marchigiana. 👍🏻😉

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  3. Opere di ingegneria! I romani sono sempre stati avanti rispetto agli altri popoli che abitavano la loro epoca!

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    1. È vero!! E noi godiamo ancora oggi delle loro opere! 👍🏻😉

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  4. Da noi, in Alto Adige, passava la Via Claudia Augusta (una parte è rimasta con questo nome proprio a Bolzano), una strada costruita nel I secolo d.C., per collegare Roma alla Germania passando per le Alpi.

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