Se ci seguite da un po' di tempo avrete capito che amiamo visitare luoghi meno battuti dal turismo di massa: tra questi ci sono anche piccoli musei poco conosciuti. Per esempio, vi ricordate quando vi abbiamo parlato del bellissimo Museo della Giostra e dello Spettacolo popolare di Bergantino o del Museo del Giocattolo a Piticchio di Arcevia o ancora del Museo del Loden a Vandoies? 

In ogni provincia d'Italia ci sono musei particolari, molto spesso ben curati e avanzati dal punto di vista tecnologico, che meriterebbero di avere molta più pubblicità fuori regione. Oggi vi vogliamo portare al Museo dell'Emigrazione "Pietro Conti" di Gualdo Tadino, in provincia di Perugia.


MUSEO EMIGRAZIONE GUALDO TADINO


Dove si trova il Museo dell'Emigrazione "Pietro Conti" e com'è strutturato


Il Museo dell'Emigrazione si trova a Gualdo Tadino e si sviluppa all'interno del Palazzo del Podestà e in alcuni ambienti dell'adiacente Torre Civica.

Intitolato al primo presidente della Regione Umbria, è stato inaugurato nel 2003 con lo scopo di documentare l'emigrazione locale e umbra all'estero dalla fine dell'800 alla metà del '900. 

Il museo è suddiviso in tre sezioni che corrispondono ai tre piani della struttura: il piano terra è dedicato al tema dell'arrivo, il primo piano a quello del viaggio e il secondo piano alle partenze.

Il museo attraverso oggetti, documenti originali, video e audio permette al visitatore di capire meglio non solo i motivi per cui tanti italiani decisero di emigrare, ma in quali condizioni dovettero viaggiare e quale vita dovettero affrontare al loro arrivo nella destinazione prescelta. 


MUSEO EMIGRAZIONE PARTENZE


Il Museo dell'Emigrazione di Gualdo Tadino: perché visitarlo


Il Museo dell'Emigrazione è un museo che tutti dovrebbero visitare, a prescindere dall'età. In questo periodo storico in cui tanti sono pronti a sollevare muri e barriere, forse riflettere sulla recente storia di milioni di italiani (ventisette per la precisione) che furono anch'essi costretti ad emigrare non può che farci bene.

In fondo, nessuno lascia la propria terra e i propri affetti con leggerezza. Se si arriva a prendere una decisione così dolorosa, pur non sapendo a cosa si andrà incontro, significa che i motivi che spingono a partire sono davvero urgenti.

L'estrema povertà, le scarse condizioni igieniche, le epidemie, diffusissime in Italia alla fine dell'800, spinsero molti a considerare l'idea di andare a lavorare all'estero. La mortalità infantile era elevatissima, infatti, e la mancanza di istruzione spesso non permetteva ai giovani di migliorare le proprie condizioni economiche nel paese d’origine.


MUSEO EMIGRAZIONE CARRELLO MINIERA

MUSEO EMIGRAZIONE SANTA BARBARA

Molti paesi stranieri iniziarono a cercare manovalanza straniera e molti italiani non si fecero sfuggire l'occasione di partire. Come potrete vedere nel museo guardando i video e leggendo i vari pannelli, le condizioni di viaggio erano terribili e spesso non si arrivava nemmeno a destinazione. Pensate, per esempio, che prima che fosse istituita la terza classe, i migranti sui piroscafi venivano imbarcati nella stiva insieme agli animali: questo significava fare un viaggio spesso di settimane in condizioni terribili, tanto che moltissime persone non sopravvivevano. 

I migranti venivano spesso considerati portatori di malattie, soggetti da evitare. Nelle stazioni ferroviarie lungo i percorsi migratori, c'erano delle banchine apposta per loro: in questo modo nelle soste non si sarebbero "mischiati" con gli altri viaggiatori. 

Chi arrivava a destinazione spesso trovava, è vero, lavoro, ma le condizioni di vita erano durissime: gli infortuni e le malattie che ora chiameremmo "professionali" mietevano un sacco di vittime. Se avrete modo di visitare il Museo dell'Emigrazione, leggete con attenzione il manifesto che pubblicizzava il lavoro nelle miniere del Belgio: fa rabbrividire per quanto falsamente nascondesse le reali condizioni di lavoro. 


MUSEO EMIGRAZIONE MINIERE BELGIO


Una sezione del museo è dedicata al ruolo delle donne, sia che emigrassero o rimanessero con i figli a casa. Attraverso reperti e filmati dell'epoca viene mostrato quale duro lavoro spettasse loro a prescindere da dove si trovassero. 

Di certo visitare questo museo non vi lascerà indifferenti!


MUSEO EMIGRAZIONE GUALDO


Il Museo dell'Emigrazione "Pietro Conti": modalità di visita e contatti


Innanzitutto vi segnaliamo che con un biglietto unico (attualmente di 6 euro) è possibile visitare tutti i musei che appartengono al Polo Museale di Gualdo Tadino.

Fino a 7 anni i bambini entrano gratis e da 8 a 18 anni si paga un biglietto ridotto. Il circuito museale è accessibile anche agli amici a quattro zampe.

Per informazioni su orari e giorni di apertura potete visitare il sito ufficiale del Museo dell'Emigrazione nonché le pagine social.


MUSEO EMIGRAZIONE PIETRO CONTI

Volete altre idee su cosa visitare in Umbria? Leggete il post "Cosa vedere vicino a Foligno" o scoprite la sezione UMBRIA del nostro blog. 



16 commenti:

  1. Un museo davvero interessante, lo metto nelle lista delle cose da fare nel nostro prossimo viaggio in Umbria!

    RispondiElimina
  2. Purtroppo nel corso dei secoli nulla è cambiato. Le condizioni dei migranti sembrano essere sempre le medesime, fatte di umiliazioni, privazioni e terribili lotte per la sopravvivenza. la storia a quanto pare non ci ha insegnato nulla.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esatto... prima eravamo noi e adesso sono altri a trovarsi nelle stesse condizioni!

      Elimina
  3. Sembra proprio un museo interessante e toccante da visitare. A tema emigrazione se ne trova uno anche a Recanati che sono anni che vorrei vedere ma ancora non ho avuto modo

    RispondiElimina
  4. Ci sono stata lo scorso anno in occasione del mio viaggio in Umbria e anche io ne ho parlato sul mio blog: un luogo toccante, interessante e che, come hai ben affermato, tutti dovrebbero almeno una volta visitare, a prescindere dall'età! Gualdo Tadino è fortunata ad avere un museo come questo!

    RispondiElimina
  5. Purtroppo in Italia ci si dimentica troppo spesso che anche noi siamo stati un popolo di emigranti. Grazie a musei come questo questo triste passato non viene dimenticato

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai perfettamente ragione... abbiamo la memoria corta a quanto pare!

      Elimina
  6. Un argomento importante che è parte della storia della nostra Italia. Il Museo dell'Emigrazione "Pietro Conti" a Gualdo Tadino non lo visitato, ma appena riuscirò a recarmi in zona, sarà anche una delle prime cose che visiterò. Grazie per le info

    RispondiElimina
  7. Sono di gualdo tadino..grazie per questo articolo...fa bene al cuore

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Siamo contenti che le sia piaciuto. Grazie per averci lasciato un commento!

      Elimina
  8. Sono stata a Dublino a dicembre ed ho visitato un magnifico museo dell’emigrazione, argomento che riguarda da vicino anche noi italiani. Questo museo non l’ho visto ma mi potrebbe piacere.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Immagino sia stato molto interessante... e poi a Dublino!!

      Elimina